LA BLOG-BIMBA

venerdì 11 luglio 2008

"Fate la nanna": sì grazie!

Come mamma sono "nata" con la convinzione che non avrei mai lasciato piangere mia figlia, neanche un minuto.

Poi ho dovuto fare i conti con Arianna che piangeva tantissimo ed era inconsolabile. "Sono sicuramente le colichette", "ha fame", "ha aria nella pancia", "dalle il latte" erano le frasi che mi arrivavano dalle nonne e perfino dalla signora russa che veniva a stirare: "io no posso sentire bimbi piangere, tu dai latte" picchiettandosi il seno con la mano!

Pur essendo una neo-mamma e come tale inesperta, sentivo che non erano nè fame né coliche perché spesso piangeva quando c'erano troppi stimoli esterni. Mi sono via via convinta che il problema fosse il sonno, anche se la pediatra di allora, la Rottermeier, sosteneva che ci sono bambini che fisiologicamente dormono poco.

Sicuramente c'erano più cause che concorrevano a fare piangere molto Arianna:

- il reflusso: e non le colichette o la fame!;

- le cattive abitudini acquisite: all'inizio sono stata attratta dall'idea di essere una madre molto presente e con questo le ho insegnato delle abitudini sbagliate legate al sonno (per es. addormentarsi attaccata al seno);

- Arianna è un tipo sensibile: amante della regolarità, basta poco per mandarla in crisi. Se non ci si accorge in tempo della sua stanchezza, si innervosisce e diventa molto difficile calmarla.

Il papi si è documentato su internet descrivendomi un libro, Fate la nanna di Eduard Estivill, che doveva risolvere tutti i problemi di sonno. Ho letto le recensioni e forte della mia convinzione di non lasciar piangere Arianna, mi sono rifiutata di leggerlo. Ho letto invece tanti altri libri, tra cui ti segnalo "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg (bellissimo!), tutti libri dai quali ho tratto informazioni interessanti, che forse hanno migliorato la situazione ma non risolta.

Alla fine ho ceduto e ho comprato Fate la nanna. L'ho dovuto leggere 4 volte (tanto è un libretto di poche pagine) per potermi togliere tutti i pregiudizi e capire il messaggio reale del libro.

Qual è il messaggio che io ho tratto dal libro?

I bambini hanno bisogno dei genitori per imparare a dormire nel modo giusto.

Le cattive abitudini notturne apprese dal bambino possono essere rimosse.

E' importante eliminare gli stimoli appena il bambino sbadiglia, si stropiccia gli occhi o comincia a lamentarsi.

E' importante creare una routine serale prima della nanna: per noi è stato bagnetto, latte, 5 min di gioco, ninna nanna.

L'approccio da adottare è quello della "risposta ritardata", noto anche come Ferberizing, dal dr. Ferber direttore del Center for Pediatric Sleep Disorders del Children Hospital di Boston. Consiste nell'insegnare al bambino ad addormentarsi da solo lasciandolo piangere nel suo letto per periodi sempre più lunghi (1, 3, 5, 7... minuti) per 7 giorni.

Partita dall'idea che fosse un metodo per trascurare il bambino, mi sono ricreduta quando ho capito che si parlava di solo 7 giorni.

Lo abbiamo applicato e di giorni ne sono bastati soltanto 3! E' stato 1000 volte più difficile l'inserimento al nido, che, per chi l'ha provato, sa che significa più o meno la stessa cosa: staccarsi dal bambino per periodi sempre più lunghi lasciandolo piangere in braccio ad una persona estranea.

In tutto ciò è Arianna che ci ha guadagnato, perché ha imparato a diventare autonoma in una cosa importante come il sonno e autonomia non vuol dire abbandono. Credetemi, in poco tempo si è trasformata in una bambina tranquilla, serena, a proprio agio anche con le persone che ha intorno.

Perciò basta con le discussioni dibattute sul metodo! Provatelo con convinzione!

Ovviamente questo ha funzionato per noi, per la nostra bimba e per il nostro stile di vita.


PS: leggi anche "Dormire sul lettone: il metodo Sears".

Nessun commento: